Leggiamo con
stupore che il dibattito fra due dei candidati a sindaco verte sulla
necessità di illustrare il loro programma metà in sardo e metà in
italiano. Con i problemi che ha Cagliari, primi fra tutti la
disoccupazione e la fuga dei giovani dalla città, noi di Cambiavento
reputiamo semplicemente assurdo che i temi all'ordine del giorno siano
questi.
Ma le proposte, incredibilmente, vanno oltre. Tra le
iniziative di Enrico Lobina, infatti, si legge: “Favorire l'utilizzo
della lingua sarda nelle scuole, a partire dagli asili nido”.
Questo va al di là di ogni comprensione. Ormai in mezza Europa i bambini
crescono bilingui o arrivano ben presto a un livello elevato di una o
due lingue oltre a quella madre, mentre l'Italia resta agli ultimi posti
per la conoscenza dell'inglese, con conseguenze drammatiche nel mondo
del lavoro. Ma per la coalizione di Lobina, il bilinguismo dovrebbe
essere italiano-sardo, non italiano-inglese.
«La nostra lingua»,
spiega Lobina, «non ha interessato l'attuale amministrazione, e neanche
le precedenti». Beh, evidentemente perché quello della limba non è un
problema: queste battaglie retrograde non interessano a nessuno.
Nella mia famiglia non si è mai parlato il sardo, e perciò non l'ho mai imparato, ma questo, nella vita, non mi ha creato problemi, né fatto sentire inadeguato. Se invece non avessi studiato l'inglese fin dalle scuole elementari, avrei perso diverse occasioni, e non potrei svolgere il mio attuale lavoro.
Noi della lista Cambiavento, nel sostenere il nostro candidato sindaco Pierpaolo Vargiu, siamo convinti che Cagliari e la Sardegna possano crescere solo se si aprono nei confronti dell'Europa. Non a caso è stato proprio Pierpaolo il primo firmatario della proposta di legge che ha portato all'istituzione del programma “Sardegna Speaks English”, che comprendeva corsi gratuiti di inglese e borse di studio, con l'obiettivo di portare la competenza dei sardi al livello degli altri Paesi europei.
Per noi la lingua che si deve imparare a scuola, fin dall'asilo nido, è l'inglese. Se poi i giovani vorranno studiare anche il sardo, per arricchire il loro bagaglio culturale e sentirsi più legati alle proprie radici, saranno liberi di farlo.
Lo studio della storia e della lingua sarda, infatti, è fondamentale per la conservazione e il rafforzamento della nostra identità, ma dobbiamo avere ben chiaro in testa che la nostra sfida è nel mondo e parla la lingua del mondo, quella parlata dal web e dai mercati globali dove, per vivere e per affermarci, vogliamo vendere tutti i nostri prodotti.
FRANCESCO FUGGETTA - #CA_mbia CAGLIARI
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